La casa editrice Keres debutta con la riproposizione di un classico dell'horror: il Vampiro. Un grosso in bocca al lupo a tutte le persone impegnate nel progetto, mai troppo banale, di trattare e rilanciare l'horror classico, e non quello di Twilight et similia, in Italia.
Il testo, riproposto per la prima volta dalla sua uscita nel 1869, è di quelli in grado di esaltare i lettori e gli appassionati di fantastico, horror e giallo. “Il vampiro. Storia vera”, infatti, ha un primato di tutto riguardo, trattandosi del primo romanzo di vampiri della letteratura italiana. Ma non solo. Il romanzo di Franco Mistrali è anche il primo in assoluto ad avere per protagonista una vampira, essendo stato pubblicato tre anni prima di “Carmilla” di Joseph Sheridan Le Fanu, anticipando addirittura di trent’anni l’intramontabile “Dracula” di Bram Stoker.
Il libro, pubblicato della esordiente Keres, è proposto in una ricca edizione annotata, a cura di Antonio Daniele, studioso di folklore e fantastico.
A raccontare la vicenda, in prima persona, è uno scrittore, il quale si reca a Monaco per superare un lutto. Un po’ per volta, aiutato dal clima ridente e dalla intensa vita monegasca, ricomincia a vivere e stringe amicizia con il conte Alfredo Kostia, fine e giovane aristocratico polacco. Ben presto, il narratore scopre in Kostia un animo sensibile e malinconico, e un segreto che lo lega ad un misterioso quadro raffigurante Ofelia. Kostia rivela all’amico che la modella del quadro era Pia Ludowiska, la donna da lui amata un tempo e morta dieci anni prima. Il colpo di scena arriva quando Alfredo e lo scrittore incontrano una donna identica a quella del dipinto. Kostia non ha dubbi: è Pia Ludowiska, tornata dalla tomba sotto forma di vampira.
Lo scrittore si troverà ad indagare sul passato della donna e ricostruirà, coadiuvato dal Principe di Monaco e dal benemerito ispettore Ledru, una storia di sangue, tradimenti, vendette e magia.
“Il vampiro” è un’opera dalle molte “contaminazioni”: i cultori di giallo e noir non potranno che essere conquistati dall’ispettore Pietro Ledru, personaggio sorprendentemente moderno, che sembra anticipare i metodi deduttivi di Sherlock Holmes.
Mistrali era un ottimo interprete dei gusti dei lettori del tempo, e come tale non poteva che privilegiare la formula del romanzo storico. Forti anche le influenze romantiche, evidenti nel sentimentalismo che pervade il testo, nell’esaltazione della condizione di artista, nel vagheggiamento di una natura misteriosa, nella coscienza del sovrannaturale. E' il conte Alfredo, in particolare, a suggestionare il narratore, trascinandolo in un mondo superstizioso popolato da una "iliade di mostri". Memorabile la descrizione del vampiro, che non morde al collo, come ci hanno abituato i mostri del cinema, ma "si china, scopre il seno palpitante e posa le labbra fredde dove batte il core".
Hanno detto
"Il Vampiro. Storia Vera" è un romanzo avvincente, dalla narrazione appassionata e pervasa da un’atmosfera tardo romantica. Lo stile è ricercato ed elegante, e la lingua dell’epoca rende la lettura gradevole per il suo sapore retro».
Il Blog del Catafalco
"Descrizioni bellissime e sognanti che ti trasportano indietro nel tempo in epoche lontane e misteriose, la trama mai monotona, ben costruita e ricca di colpi di scena".
Gloria’s Literary Café
"Romanzo imperdibile per chi voglia conoscere e approfondire la storia del romanzo gotico, piacevole souvenir per chi ami esplorare la letteratura del XIX secolo, curioso libello per chi cerchi una testimonianza della storia europea e, cosa quanto mai rara, leggere una storia che sia ambientata nel ristretto Principato di Monaco".
Carlo Menzinger
"Un’intricatissima, misteriosa, onirica ed erudita vicenda che alterna varie epoche e paesaggi, dalle coste del Mediterraneo alle steppe della Siberia, sino al disvelamento del Gran Maestro dei Vampiri…".
“Dampyr”
"Il sangue è al centro del romanzo anche perché quest’ultimo, come ogni buon feuilleton, descrive principalmente una intricata e solo alla fine illuminata vicenda di amori incestuosi, e, pertanto (dal punto di vista dell’autore), di tradimenti alla stessa ragione etico-socio-biologica del sangue".
Giuseppe Tardiola
"Mistrali indulge al gusto romantico per gli intrighi di famiglia, per quelli amorosi – tra feste a base di “sciampagna” nel Principato di Monaco – e anche politici, nella Russia degli zar e dei terroristi".
Massimo Introvigne, su Avvenire
Autore del romanzo è il barone Franco Mistrali (1833-1880), giornalista, scrittore, garibaldino e convinto anticlericale. Mistrali fu noto nei suoi anni soprattutto per i romanzi storici e le “storie aneddotiche”. Fu, a suo modo, protagonista del Risorgimento: nel 1861 guidò una piccola spedizione di cittadini a Caprera, per esortare Garibaldi a riprendere la campagna per l’unità d’Italia, e nel 1867 si unì alla Legione Romana del maggiore Ghirelli, devoto ai Savoia. Ebbe un certo successo anche nell’ambito giornalistico, tanto da diventare, nel 1868, direttore del “Monitore”, il più importante quotidiano bolognese.
Nobile scapestrato, Mistrali si rese spesso protagonista di risse e scontri mediatici, anche con personaggi del calibro di Giosuè Carducci. Passò alcuni anni in carcere per bancarotta fraudolenta, ma ottenne uno sgravio di pena grazie all’intervento di Garibaldi.
Morì il 18 dicembre 1880 e si dice che molti giocassero al lotto i numeri relativi alla sua morte, che, sembra, uscirono tutti.
E' possibile acquistare il libro su www.keresedizioni.com
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Massimo Bencivenga |